Se n’è andato a 93 anni, Flaminio Giusti detto Dedo lasciando un grande vuoto nella sua comunità.
PALAIA – Nato a Capannoli il 24 luglio 1930. Passista scalatore. Professionista 1955 al 1958, senza ottenere vittorie. Buon dilettante, adatto a corse dure e con vittorie o piazzamenti sufficientemente significativi, circa la sua quadratura di corridore che ben si sarebbe potuto adattare al ciclismo professionistico: Flaminio Giusti, per tutti Dedo, se n’è andato lasciando un grande vuoto nella comunità di Forcoli.
Il grande cordoglio nel messaggio del nipote comparso sui social, che ripercorre con nostalgia e tanto affetto le avventure umane e sportive di Giusti:
“Ti vogliamo ricordare così, ciao grande Dedo! In una soleggiata mattina di inizio aprile, come quella di mille altre nelle quali sei montato in sella alla tua bici per allenarti, correre o semplicemente per passeggiare, te ne sei andato in punta di sellino verso il tuo ultimo gran premio della montagna…lottando con la stessa tenacia di quando vittorioso giungevi per primo in cima alle salite delle tue tante gare disputate. Gli anni 50 ti hanno visto battagliare sulle strade d’Italia, e anche fuori dai confini nazionali, prima come dilettante poi come professionista.
Quante volte ci hai raccontato dei tuoi aneddoti o dei tuoi spaccati di gare…come quando Fausto Coppi sulle rampe della salita verso Rocca di Papa, alle selezioni per i mondiali nel Lazio, riuscì com una sua progressione a staccare tutti tranne te e nel girarsi per controllare se aveva fatto il vuoto vedendoti incollato alla sua ruota meravigliato ti disse ‘o te chi sei?’ La tua risposta fu ‘sono Flaminio Giusti di Forcoli’ …e al traguardo ricevesti i suoi complimenti. O ancora come quando alla tua gara di esordio andasti a chiedere alla squadra che ti voleva visionare per arruolarti almeno un completino e un paio di scarpini per correre, ma ti fu detto che non te li potevano dare.
Te pur di partire e gareggiare corresti con sandali, una maglia di rafia e dei pantaloni (allora detti) di tela d’Africa. E così conciato, tra quelle strade polverose con la tenacia e con la caparbietà che ti hanno sempre contraddistinto riuscisti a strappare un sorprendente piazzamento tra i primi 10. Dopo l’arrivo si precipitò da te un responsabile della squadra che ti stava visionando per iscriverti subito sul momento ma con la tua schiettezza e il tuo bel temperamento marcato gli dicesti ‘ma vai a quel paese, guarda come mi avete fatto correre!’ Facendogli vedere i piedi insanguinati per i lacci dei sandali.
E da lì partì la tua carriera di ciclista. Nel 1953 conquistasti il titolo di campione toscano dilettanti e da professionista disputasti, con ottimi piazzamenti, citando le competizioni più blasonate 3 giri di Toscana, 3 giri di Romagna, 2 giri di Lombardia, 2 giri di Sicilia, 1 giro del Piemonte, 1 giro dell’Emilia, 1 giro del Lazio, una tre Valli Varesine, una coppa Bernocchi, e una Milano-Sanremo.
Caro Dedo per chi ti ha conosciuto eri e sei rimasto negli anni ‘il brontolone’ ma non hai perso comunque mai occasione di regalare sorrisi e di avere verso tutti un cuore davvero grande. Sappi che tutta la comunità forcolese ti ricorda per l’attaccamento al tuo paese, per il tuo grande insegnamento sportivo dispensato alle generazioni successive, per la tua generosità, lealtà e onestà sempre dimostrate, per il rispetto delle regole e soprattutto degli altri, nello sport e non solo.