Proseguono gli incontri dei Carabinieri del Comando Provinciale di Pisa, nell’ambito della campagna di diffusione della cultura della legalità, avviata a favore degli studenti.
Questa volta, l’evento si è tenuto a Riparbella (PI), presso la Scuola Media Statale “in Natura”, dove il Comandante della Compagnia di Volterra ha incontrato gli studenti appartenenti alle classi prime, seconde e terze, per una conferenza sull’uso consapevole dei social e su temi del bullismo e del cyberbullismo, settore in cui l’Arma dei Carabinieri è, da sempre, particolarmente impegnata con la continua opera di sensibilizzazione dei giovani.
L’Ufficiale, partendo dalla definizione dei due fenomeni, ha portato alla luce la loro complessità, ribadendo l’importanza di una partecipazione attiva nel riconoscere gli episodi di violenza ad essi connessi e, una volta individuati e identificati, la necessità di veicolarne la conoscenza ai Carabinieri, preposti anche al loro contrasto.
Una parentesi specifica è stata dedicata al fenomeno del cyberbullismo, tanto più pericoloso quanto più subdolo e nascosto, forte dell’anonimato di cui il cyberbullo, almeno in un primo momento, può godere.
Durante l’intervento, il Comandante della Compagnia ha illustrato gli strumenti con i quali gli studenti possono difendersi da tale fenomeno e la possibilità di richiedere o far richiedere l’oscuramento, la rimozione e la cancellazione del materiale offensivo pubblicato in rete.
Infine, si è parlato dell’argomento più importante, ossia delle vittime dell’Olocausto e dell’importanza della “Giornata della Memoria” che ricorre annualmente il 27 gennaio; nello specifico, sono state evidenziate, ai giovani studenti, le figure di quattro appartenenti all’Arma dei Carabinieri, i Marescialli Giacomo Avenia, Osman Carugno, Carlo Ravera ed Enrico Sibona che, durante il secondo conflitto mondiale erano in servizio in Comandi Stazione di paesi del nord Italia occupati dai nazisti dal 1943 e, pertanto, versavano nelle condizioni più difficili per offrire aiuto alle popolazioni di religione ebraica perseguitate; avendo i militi dell’Arma salvato tante vite umane dalla deportazione, sono stati insigniti del titolo di “Giusto tra le Nazioni” e, pertanto, è stato piantato per ognuno di loro, un albero di ulivo a Gerusalemme, allo Yad Vashem.
Altri militari dell’Arma subirono essi stessi la deportazione nei campi di concentramento tedeschi per la loro scelta di altruismo, senza farne, purtroppo, più ritorno.
Fonte: Carabinieri di Pisa