CAPANNOLI. In esclusiva a VTrend.it abbiamo intervistato la Presidente dell’Unione Valdera e sindaca di Capannoli, Arianna Cecchini, sulla situazione nel suo Comune e dell’intero territorio della Valdera. Cecchini ha spiegato di quanto i bambini siano stati dimenticati in questa fase, senza prendere decisioni a lungo raggio.
Sindaca come ha vissuto l’esperienza Covid-19?
– “Questa emergenza non ha precedenti nella storia, come altri miei colleghi sindaci, abbiamo affrontato questo periodo in prima linea, ogni giorno 24 ore siamo ostati operativi per rispondere alle esigenze dei cittadini. La responsabilità del sindaco è enorme e non è facile spiegare al cittadino, che vuole risposte immediate ai problemi, le varie sfere di competenza. Adesso è tutto da riprogrammare e da reinventare perché ci sono nuovi bisogni legati all’emeregenza sanitaria, come le difficoltà economiche delle famiglie che magari hanno perso lavoro o hanno ridotto molto le entrate.”
Come si è comportata la popolazione di Capannoli?
– “Bene, gli anziani si sono rinchiusi in casa, così come i bambini insieme alle famiglie. Nel nostro Comune addirittura intere famiglie sono state sottoposte alla misura della quarantena, ma nonostante numerose difficoltà il comportamento dei concittadini è stato ottimo. Le prime azioni messe in campo come la spesa a domicilio e tutte gli impegni di volontariato hanno dato una grande mano. Se vogliamo vedere qualcosa di positivo da questa esperienza è che l’isolamento ci ha fatto riscoprire una coesione sociale che sembrava perduta.“
Siamo nella fase 2, ma i bambini? Le scuole sono chiuse e probabilmente nei prossimi mesi i genitori dovranno lavorare per riprendere il tempo perso, come faremo? I bambini sono stati dimenticati?
– “In merito ai bambini un mese fa mandai un primo messaggio di allarme, c’era già al tempo la preoccupazione per i figli più piccoli. Perché dopo due mesi chiusi in casa i bambini hanno evidenti sofferenze psicologiche, molti di loro non possono adattarsi alla didattica a distanza. Soprattutto i bambini e le bambine della scuola materna sono i più colpiti, per loro non c’è didattica a distanza che tenga. Il merito va ai genitori che si sono fatti in quattro per far funzionare la didattica a distanza per i loro figli, questa è la dimostrazione che la scuola non è autosufficiente, ha bisogno delle famiglie.
I bambini ancora oggi non sanno se potranno rivedere i propri amici, se rientreranno a scuola e come lo faranno, è preoccupante che non ci sia pensato prima. La scelta è stata chiudere tutto a marzo per rivedersi direttamente a settembre, è grave non aver pensato al domani, ai bambini e alle loro esigenze. Non possiamo pensare di gestire le scuole a Milano come a Capannoli, sono due realtà diverse e come tali devono essere prese decisioni adatte per gli specifici territori. Ai sindaci sono state consegnate molte responsabilità nell’affrontare l’emergenza, a mio avviso potevano darne altre e decentrare di più.“
Cosa pensa dell’idea di mandare i bambini a scuola l’ultimo giorno?
– “Come è pensabile che i comuni si facciano carico dei costi per sanificare una scuola per accogliere i bambini per un solo giorno?!?! Facciamo uno sforzo ulteriore, mettiamo in sicurezza alcune aule e mandiamo i bambini, divisi in piccoli gruppi, a scuola per una settimana/quindici giorni. Questa modalità sarebbe potuta essere anche utilizzata come via sperimentale per capire come partire a settembre.”
Ipotesi centri estivi?
– “I gestori dei centri estivi sono in difficoltà perche hanno grandissime responsabilità, a oggi non abbiamo ancora linee guida sanitarie per organizzare strutture in grado di accoglie in estate i bambini. Ogni responsabilità è stata messa nelle mani Comuni, centri estivi e famiglie che si assumono le responsabilità di mandare i figli.”
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