Sono partiti quattro volte dalla Valdera verso il confine tra Polonia e Ucraina. Adesso l’obiettivo dell’associazione è raccogliere abbastanza soldi per poter acquistare un’ambulanza.
VALDERA. Il progetto “Carovana dell’Accoglienza”, dell’associazione culturale Compagnia Sabot, si pone un altro grande traguardo: acquistare un’ambulanza per trasportare i feriti in ospedale.
Un mese fa VTrend raccontò l’emozionante viaggio del bus della solidarietà verso il confine ucraino. Partito per ben quattro volte dalla Valdera, il bus è riuscito a portare numerose medicine e a offrire passaggi verso l’Italia a molte persone che scappavano dalle bombe.
Adesso, con l’evolversi del conflitto, le esigenze sono cambiate e da qualche giorno si è verificato un’inversione nella direzione dei viaggi, spiegano Fabio Saccomani e Silvia Corradini: “Sono sempre meno le persone che tentano di raggiungere l’Europa e anzi, si registrano casi di persone che tornano in Ucraina nelle zone ove il conflitto sembra essersi al momento concluso.”
Così la “Carovana dell’Accoglienza“, nata dall’iniziativa spontanea di un gruppo di amici (Fabio Saccomani di Ponsacco, Francesco Citorelli di Livorno e Silvia Corradini di Capannoli), ha chiesto ai volontari ucraini con cui collaborano quali siano le cose più utili e urgenti: “Ci hanno detto che in questa fase servono ambulanze per il trasporto di feriti in ospedale. Così – spiega l’associazione – stiamo acquistando un’ambulanza che porteremo in Ucraina, con relative spese di trasferta. Useremo le donazioni fin qui ricevute, ma manca ancora denaro (circa 2.500 euro) per arrivare alla cifra totale quantificataci nel preventivo di acquisto del mezzo. Per questo motivo – concludo Fabio e Silvia – abbiamo riaperto la raccolta di elargizioni e vi chiediamo di condividere il progetto e di sostenere l’iniziativa”.
COME PARTECIPARE ALLA RACCOLTA FONDI. Per fare donazioni, è stato aperto un conto dedicato con l’associazione culturale Compagnia Sabot
IBAN: IT50J0103071120000001206147
BIC: PASCITM1Y73
L’ACCOGLIENZA. Nel tempo il progetto “Carovana dell’Accoglienza” si è strutturato sempre più e oggi è in stretto contatto con una rete di volontari e attivisti ucraini in Polonia. Un ponte tra Ucraina e Italia è necessario quanto importante per accogliere più persone possibile. Tuttavia, spiegano Fabio e Silvia: “La dimensione istituzionale dell’accoglienza risente a nostro avviso di una eccessiva impersonalità. Molto spesso le famiglie migranti (e in questo caso ucraine) vengono assegnate a alloggi periferici e senza reti di relazioni. D’altro canto, l’accoglienza privata espone ospitanti e ospitati a eccessivi rischi, per cui la nostra idea è di appoggiarci ad associazioni che sono in grado di tenere insieme la dimensione istituzionale e la possibilità della relazione”, conclude l’associazione.
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