La presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza ha invitato il personale dell’Area della ricerca di Pisa ad osservare un minuto di silenzio per il tragico conflitto russo-ucraino.
Il personale dell’Area della ricerca di Pisa del Cnr ha raccolto l’invito della presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza ad osservare un minuto di silenzio per il tragico conflitto russo-ucraino.
Questo il messaggio inviato dal presidente Carrozza al personale del Cnr.
“I drammatici eventi sul conflitto in Ucraina, che in questi giorni tengono l’Europa e il mondo con il fiato sospeso, non ci hanno lasciati indifferenti. La solidarietà incondizionata a coloro che soffrono, la difesa della scienza come volano di pace e sviluppo sono i confini entro i quali si muove il nostro sentire, nella profonda convinzione che libertà di pensiero e azione siano l’unica vera strada da percorrere, l’unica speranza per il nostro presente e per il futuro che consegneremo alle generazioni a venire. Ammutoliti: così ci sentiamo, istintivamente, di fronte a violenza, terrore e soprusi. Ma il silenzio può anche fare molto rumore, se lo riempiamo di significato e valore. Un minuto nel quale, oltre ad esprimere solidarietà per il popolo ucraino – e per tutti i popoli attualmente vittime di guerre e ingiustizie – ci si possa riconoscere come parti di un tutto, come compagni di viaggio, uniti nella pace e nella fiducia per il progresso dell’umanità. Con un pensiero solidale in più, in occasione della Giornata Internazionale dei diritti della donna. Datemi un punto d’appoggio – diceva Archimede – e solleverò il mondo. Facciamo di noi stessi, di ciascuno di noi, quel punto d’appoggio. E facciamolo insieme, guardandoci negli occhi”.
Antonello Provenzale presidente dell’Area del Cnr pisano, aggiunge: “Quest’anno, la giornata della donna è più triste. Perché pensiamo alle vittime della guerra che si svolge in Europa, pensiamo alle vittime di tutte le guerre, donne, bambini, uomini. Pensiamo alla follia di usare i cannoni al posto delle parole, di non trovare altro modo di risolvere i conflitti se non dandoci la clava gli uni sulla testa degli altri. È un momento drammatico, che richiede partecipazione al dolore di chi soffre, e fermezza nel perseguire e volere la pace, anche nelle nostre vite, anche con il ruolo che la scienza può e deve avere per costruire un mondo più giusto”.
Fonte: Cnr Pisa