Ecco gli otto progetti delle Energie Sociali che trasformano le fragilità in una cultura di comunità in grado di incamminarsi verso Valdera2025
C’è il progetto “Sapori senza tempo”, che vuole unire intorno ai fornelli nonni e nipoti per trasmettere le tradizioni culinarie della Valdera. Integrandole, però, con ricette in grado di essere al passo con termini come sostenibilità ambientale e impatto zero delle emissioni per la produzione delle materie prime.
C’è, invece, la Filarmonica di Peccioli che, per celebrare i suoi 150 anni di storia, ha deciso di avvicinare vecchie e nuove generazioni con un progetto dedicato a Vasco Rossi. E poi una serie di servizi, incontri e iniziative che nei prossimi mesi renderanno protagoniste otto associazioni del territorio di Peccioli e Lajatico sotto un’idea comune che è quella del “Come vivremo insieme”.
Un tentativo di immaginarsi il futuro sotto il comune denominatore di comunità resiliente che a Peccioli, nel convegno svoltosi l’11 dicembre all’auditorium dell’incubatore di imprese, ha mostrato il contributo di idee e di energie sociali che le associazioni porteranno al percorso di Valdera 2025. La candidatura a capitale italiana della cultura che sarà, come sottolineato da Marco Marcatili di Nomisma, “un cammino da fare insieme alle energie sociali. Già presenti a Venezia con altri otto sindaci della Valdera, e che saranno protagonisti di questa esperienza sociale e culturale che servirà per interagire con il futuro”.
Ad aprire il convegno, dopo gli interventi istituzionali di Renzo Macelloni e Alessio Barbafieri, sindaci di Peccioli e Lajatico, è stata l’Università di Udine. Manuela Farinosi e Adriano Cirulli hanno mostrato i risultati di una ricerca che ha coinvolto sedici associazioni del territorio e quasi 70 cittadini di Peccioli e delle sue frazioni. Soffermandosi sulla resilienza come lente interpretativa della comunità. E se la discarica è emersa come primo esempio di capacità di trasformare una situazione di svantaggio in una di sviluppo, i termini più usati per descriversi sono stati quelli di adattamento, coraggio, lungimiranza, determinazione, resistenza e coraggio. Una comunità, quella pecciolese, allo stesso tempo variegata e coesa e che, nel tempo, ha imparato a valorizzare le differenze al suo interno e aprirsi al cambiamento.
Questi elementi sono stati gli aspetti chiave che Peccioli e Lajatico, in collaborazione con Belvedere Spa, ha inserito nel bando “Come vivremo insieme” rivolto alle associazioni del territorio. A questa chiamata a immaginare il futuro hanno risposto otto Energie Sociali.
Sono l’associazione Diver City, la società Filarmonica di Peccioli, le Pro Loco di Peccioli e Lajatico, il Gruppo Giovanile Legoli, la Corale Valdera, il Volley Peccioli, l’associazione Amici Animali a 4 zampe e Tarta Blu. Tutti questi soggetti hanno presentato i loro progetti nel corso del convegno, tutti incentrati, anche se con letture diverse, sul riscoprire il senso del vivere insieme.
“Le nostre comunità hanno senso? Possiamo partire dalle loro debolezze e fragilità? Con i progetti presentati si è creato uno spazio comune. In mezzo c’è la fatica del vivere e la speranza di un progetto futuro. La forza della parole è importante. E la parola ha bisogno della relazione per nascere», ha sintetizzato così al meglio Ivo Lizzola, professore ordinario del dipartimento di scienze umane e sociali dell’Università di Bergamo, dialogando con Massimiliano Colombi e Silvia Brena”.
“Sottolineando anche come tutti i progetti abbiano “parlato della dimensione intergenerazionale. Ma hanno ribaltato la questione. Tutti i progetti riguardano una possibile danza tra fragilità e comunità. I soggetti a volte ricevono e a volte danno. Questo trasforma le culture e gli stili di vita. Perché la resilienza non è uno stato, è un movimento. La resilienza è il ridisegnarsi della vita. È lo sfuggire e rigenerarsi della vita nonostante la necessità della pressione delle prove che affrontiamo quotidianamente”. Non è un caso che, tra i tanti, il progetto ‘In Comune’ di Tarta Blu, preveda che i ragazzi autistici si occupino di un servizio di consegna di medicinali, prodotti alimentari e altri bene di prima necessità a persone anziane o malate per una o due volte alla settimana.
Da qui l’intervento conclusivo, preceduto da un’analisi economica, sociale e ambientale curata da Giuseppe Torluccio, professore di banking and finance all’Università di Bologna, di Marco Marcatili di Nomisma.
“Alla Biennale di Venezia abbiamo scoperto che i sindaci della Valdera vogliono costruire una nuova idea di cultura e si sono messi in testa di candidarsi a capitale italiana della cultura 2025. In questo territorio, però, non ci sono il Colosseo e la Tour Eiffel – ha spiegato Marcatili -. È possibile, però, fare una proposta? Valdera2025 è un luogo aperto.
Diventa un nuovo cammino se fatto insieme. Per questo siamo convinti che le energie sociali abbiano un ruolo decisivo, è l’idea stessa di comunità di cultura. È un messaggio che diamo a chi viene in Valdera: chiunque verrà troverà un’esperienza sociale e culturale unica nel suo genere e che, con il convegno di oggi, ha messo un suo primo seme importante per il suo sviluppo futuro”.