Continua il viaggio nella rubrica ‘Pianeta Dolore’, che tratta il tema del dolore cronico.
Il dottor Paolo Poli, fino al 2015 Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Terapia del Dolore dell’Ospedale di Pisa, è un medico chirurgo, specialista in Anestesia e Rianimazione e Terapia del Dolore. Ha iniziato a studiare il dolore e trovare strategie sempre nuove per aiutare a combatterlo chi ne ha necessità alla fine degli anni Ottanta, al punto che nel 2015 ha fondato la SIRCA (Società Italiana Ricerca Cannabis) di cui è Presidente (clicca qui per saperne di più).
Di seguito la seconda intervista al dottor Paolo Poli.
- Dott.Poli, dove possiamo curare il dolore?
“Parlare di dolore ci porta sempre a pensare al dolore da cancro, ma non è così. Soltanto il 35% della nostra popolazione si trova ad affrontare questo tipo di patologia. Aspetti che spesso vengono confusi. L’errore risiede nel passato, quando abbinarono il termine dolore esclusivamente alle Cure Palliative. Il Dott.Veronesi stesso, a suo tempo, iniziò a parlare di dolore considerando non la Malattia Dolore, ma il Sintomo Dolore. Egli, quindi, avviò il progetto ‘Ospedale senza Dolore’ considerando esclusivamente il dolore acuto e post-operatorio. Ovvio che questo tipo di iniziativa abbia creato non pochi problemi ai Centri di Terapia Antalgica dove lo scopo terapeutico è finalizzato alla risoluzione di un problema cronico. A questo punto, una ulteriore specificazione è doverosa, poiché il lettore si troverà a dover distinguere fra concetti di cura relativi alle Cure Palliative ed alla Terapia Antalgica. Nei Centri di Cure Palliative, la persona con dolore da cancro, per la quale le terapie farmacologiche non sono più in grado di svolgere una funzione terapeutica, viene assistita e curata durante tutte le fasi di progressione della malattia. I Centri di Terapia Antalgica, invece, si occupano del dolore cronico non da cancro. Una tipologia di dolore che può manifestarsi a qualunque età e per una serie diversa di cause: ernia discale, postumi di incidenti, postumi da interventi chirurgici, patologie lombari ecc… In pratica, presso questi Centri viene curato il dolore di diversa natura che colpisce un soggetto sano”.
- Una persona con dolore quindi, a chi si rivolge?
“La persona che necessita di un trattamento Antalgico, si rivolge al proprio Medico di famiglia, il quale lo indirizzerà al referente della Terapia Antalgica dell’ospedale più vicino. Nella maggior parte degli ospedali delle ASL, la consulenza Antalgica viene svolta da medici Anestesisti, compatibilmente con il loro orario di lavoro nelle Sale Operatorie e nei reparti di Rianimazione. Laddove l’intervento per la soluzione del problema fosse più complesso, la persona viene inviata presso Ospedali dove sono attivi Centri di Terapia del Dolore che raggruppano nel loro ambito medici provenienti da diverse specializzazioni”.
- Qual è una delle malattie dolorose più comuni che ha dovuto trattare?
“Più di una. Sicuramente il ‘mal di schiena’ ed i dolori articolari come conseguenza di degenerazione artrosica. Spesso, arrivano nel mio Studio persone che soffrono in silenzio, da anni, di dolori alla colonna vertebrale, senza sapere che questa patologia può essere migliorata sotto l’aspetto del dolore. Chi ne soffre, arriva da me dopo un calvario fatto di trattamenti che non risultano avere la benché minima efficacia. Spesso, queste persone, hanno gestito da soli il dolore e si rivolgono al medico quando il riposo e gli antidolorifici non fanno più effetto. Il Medico Terapista del Dolore, invece, può usare tecniche modicamente invasive con buoni risultati”.
- Come si manifestano questi tipi di dolore?
“Le articolazioni interessate dai dolori artrosici sono, con maggiore frequenza, la mano, la spalla, la colonna vertebrale e le ginocchia. L’artrosi della mano colpisce soprattutto le donne in menopausa e si localizza in particolare al pollice ed alle ultime articolazioni delle dita. Spesso, il dolore è accompagnato da gonfiore delle mani. L’artrosi del piede colpisce, di solito, l’alluce con rigidità e formazione di protuberanze dolorose. L’artrosi del ginocchio si manifesta per processi degenerativi dati dall’età, oppure come conseguenza di un fatto traumatico (rottura del menisco e del legamento crociato). Il dolore si manifesta nella parte anteriore del ginocchio e comporta instabilità e sbandamento nell’andatura. L’artrosi della colonna colpisce più frequentemente la zona lombare e la zona cervicale. Nella zona lombare, il sintomo più comune è la lombosciatalgia: per interessamento del nervo sciatico-dolore nella parte esterna coscia. La lombo-cruralgia, invece, interessa il nervo crurale e si manifesta con dolore alla coscia ed al ginocchio. Un dolore sordo che trae beneficio se rimaniamo distesi in posizione supina. L’artrosi cervicale è conseguenza di una compressione delle radici dei nervi spinali con un dolore che sale alla nuca e si irradia alle braccia. Si accentua con alcune posizioni ed è frequente, in questi casi, la cefalea nucale mattutina”.
- Come interviene il Terapista del Dolore?
“Spieghiamo, innanzitutto, che il Terapista del Dolore non può guarire dalla malattia, ma può migliorare la qualità di vita di chi soffre di dolore cronico, intervenendo con farmaci, terapie mini invasive e terapie invasive come l’impianto di dispositivi permanenti per il controllo del dolore”.
S.A.