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Falso Sassicaia Doc e vino adulterato, 11 persone indagate

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TOSCANA. Falso Sassicaia Doc e vino adulterato: due operazioni. Un giro d’affari da 400mila euro al mese per commercializzare a livello internazionale del falso vino Doc Bolgheri Sassicaia.

“L’operazione – riporta il notiziario della Regione Toscana – della Guardia di Finanza di Firenze ha portato a due ordinanze agli arresti domiciliari. Si indaga su 11 persone coinvolte a vario titolo per contraffazione internazionale del marchio e dell’indicazione geografica e ricettazione: avrebbero fruttato oltre 100.000 euro i 50.000 litri di vino rosso adulterato, sequestrati nei giorni scorsi dagli ispettori dell’ICQRF di Pisa e dai militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Pisa”.

“L’indagine – si riporta nel documento –  è partita a fine 2018 da specifici controlli degli ispettori dell’ICQRF di Pisa su un’azienda imbottigliatrice situata in provincia di Pisa. Gli accertamenti si erano concentrati, in particolar modo, sulla qualità del vino sia imbottigliato che sfuso, attraverso complesse analisi di laboratorio dalle quali era emersa la frode: una partita di prodotto – conclude il documento stampa – era risultata essere completamente annacquata e adulterata con l’aggiunta di sostanze vietate dai disciplinari, come lo zucchero di barbabietola. Modifiche non dannose per la salute, ma costituiscono una pratica di concorrenza sleale”.

Questo il documento originale reso noto dalla GdF.

“CONTRAFFAZIONE ORGANIZZATA E TRAFFICO INTERNAZIONALE DI FALSO “DOC BOLGHERI SASSICAIA”.
2 ARRESTI E 11 INDAGATI PER UN GIRO D’AFFARI STIMATO IN CIRCA 400 MILA EURO AL MESE.

“Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, a conclusione di una complessa ed articolata indagine di polizia giudiziaria, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Firenze – Dott. Giampaolo Boninsegna, su richiesta della Procura della Repubblica di Firenze, nei confronti di due persone residenti in provincia di Milano che avevano organizzato una sofisticata e accurata falsificazione di bottiglie di vino recanti il noto marchio registrato “DOC Bolgheri Sassicaia” relative a diverse annate tra il 2010 e il 2015, con la contraffazione della relativa indicazione geografica.
Nell’ordinanza emessa dal G.I.P., si rileva che “sussiste anche l’aggravante della organizzazione stabile, giacché le attività osservate sono poste in essere in maniera sistematica, cioè con carattere stabile e non occasionale, nonché in maniera organizzata, con preordinata pianificazione di medio termine e nella prospettiva di un ulteriore sviluppo, per il futuro, per l’esito positivo conseguito”.
L’acquisto del vino utilizzato per confezionare il prodotto avveniva dalla Sicilia, le bottiglie invece provenivano dalla Turchia e la produzione di etichette, tappi, casse e carta velina era incentrata in Bulgaria. Le bottiglie di vino contraffatte riproducevano falsamente gli ologrammi e i segni distintivi originali e venivano vendute a livello internazionale.
Nel corso delle indagini, svolte per oltre un anno dai militari della Compagnia di Empoli, a fine settembre sono stati sequestrati nella provincia di Milano circa 80.000 pezzi contraffatti tra etichette, bottiglie, tappi, casse di legno ecc. utilizzabili per confezionare circa 1.100 casse di vino “Sassicaia 2015”, per un totale di 6.600 bottiglie, il cui valore di mercato, laddove il prodotto fosse stato originale, si sarebbe avvicinato ai 2 milioni di euro. La tempestività dell’intervento ha consentito, tra l’altro, di intercettare la consegna di un ordine di 41 casse di “Sassicaia 2015” già confezionate e pronte per essere vendute.
Da quanto emerso, la produzione e vendita del mercato illecito parallelo si attestava su circa 700 casse di vino contraffatto al mese, per un totale di 4.200 bottiglie, con un introito illecito stimato che si aggirava sui 400 mila euro.
Secondo le ricostruzioni investigative, diversi clienti tra cui, in particolare, coreani, cinesi e russi avevano già fatto ordini per un migliaio di casse mentre una piccola parte sarebbe stata destinata al territorio nazionale.
All’interno del magazzino utilizzato per l’attività illecita, i due arrestati si occupavano dell’imbottigliamento, dell’apposizione delle etichette e della carta velina sulle bottiglie nonché del successivo assemblaggio della cassa. Contestualmente all’esecuzione delle ordinanze di arresto, sono state eseguite anche perquisizioni nei confronti di ulteriori quattro soggetti, ritenuti dei collaboratori dei due arrestati nella immissione del prodotto sul mercato. Analoga attività è stata svolta nei confronti di un quinto soggetto, che aveva procurato il vino da travasare nelle bottiglie vuote importate dalla Turchia.
Allo stato, risultano indagate 11 persone che, a vario titolo e in vario modo, si ritiene abbiano preso parte alla produzione e commercializzazione del vino contraffatto”.

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