VICOPISANO. Una giornata, il 27 maggio, per non dimenticare i bambini di San Giovanni alla Vena e del Comune di Vicopisano che persero la vita, alla fine della seconda guerra mondiale, dopo aver trovato ordigni bellici inesplosi.
L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione “Non c’è futuro senza memoria”, grazie alla quale il ricordo di questi fatti è stato restituito alla comunità. Il passato che ritorna, basti pensare ai Paesi dove oggi ci sono conflitti che non risparmiano, certo nemmeno, l’innocenza. “Le guerre sembrano non insegnarci niente, neanche il valore della vita”, ha detto don Paolo Manzin, parroco di San Giovanni alla Vena, prima di benedire Il Cubo, un monumento a forma di cubo di Rubik, con due ragazzi in seduti sopra, realizzato in memoria di Rodolfo Valentino Batoni, Enzo Corsi, Gianfranco Di Lupo, Roberto Bernardini, Vittorio Mori e Riccardo Rielli.
“Il Cubo è un monumento simbolico -ha ricordato la presidente dell’associazione, Margherita Giani- pieno di colori, ideato da bambini e ragazzi. Ricorda le tragedie di tutte le guerre, in particolare i bambini vittime di guerra in tempo di pace, bambini e ragazzi di sempre e del mondo, di oggi e di domani, la loro voglia di vivere e di credere nel futuro, di stare insieme imparando. La loro memoria non deve perdersi, deve essere tramandata alle nuove generazioni da chi è stato testimone di quei terribili momenti. E’ uno degli obiettivi della nostra associazione e di giornate come questa e ringrazio l’Amministrazione per essere stata sempre al nostro fianco in questi anni e di continuare a farlo.”
La giornata dedicata alla memoria è iniziata la mattina del 27, alla Fonte del Cispa sul Monte Pisano, dov’è la lapide di Vittorio, morto a 10 anni nel 1948 per aver toccato una bomba inesplosa. E’ stato Arnaldo Tonelli a raccontare la sua storia, erano insieme, lui fu colpito da una scheggia che lo ferisce ancora, insieme al ricordo. Ed è poi continuata alla Fonte di Cevoli dove invece perse la vita Riccardo, a 9 anni, giocando a calcio con una bomba. A rappresentare l’Amministrazione c’era l’Assessora all’Associazionismo, Fabiola Franchi. Alle 16.00 il ritrovo si è spostato proprio in Via dei Due Ponti davanti al Cubo, per continuare ad ascoltare le testimonianze. Per la prima volta ha voluto condividere la sua Antonio Guerrucci: “Ero con Rodolfo, Enzo, Gianfranco e Roberto, quel 27 maggio del 1951, prendemmo insieme quella bomba, mi salvai perché mia nonna mi chiamò a mangiare le ciliegie. Non eravamo ancora arrivati a casa quando sentimmo l’esplosione, piansi per giorn interi, solo ora riesco a parlarne.”
Spiccavano, davanti al monumento colorato, i cuori preparati dai bambini della primaria di Vicopisano. “Se non c’è futuro senza memoria -è intervenuta la Consigliera alla Cultura, Elena Pardini- è anche vero che la memoria ha bisogno del futuro. Le maestre hanno raccontato, con sensibilità, ai bambini la storia di questi loro coetanei come io l’ho raccontata a mio nipote di 4 anni che ogni volta che veniamo qui ricorda e mi chiede. Questi cuori sono uno dei segni che se parliamo con attenzione ai bambini capiranno e serberanno la memoria negli anni, per passarla a loro volta.”
“Sono davvero orgoglioso di questa associazione -ha aggiunto il Sindaco Matteo Ferrucci– storie come queste, come quelle che abbiamo ascoltato di nuovo oggi o altre che non conoscevamo, non devono essere mai dimenticate e senza questa associazione, la presidente Giani e gli altri volontari lo sarebbero state. Grazie a loro l’Amministrazione ha potuto fare la sua parte, adesso abbiamo un monumento, un percorso con le scuole, qualcosa di importante che coinvolge e che continua ogni anno, crescendo sempre di più. Ricordare anche etimologicamente significa riportare al cuore, restituire all’affetto della comunità, fare Memoria, bene imprescindibile per tutti noi, tanto che abbiamo creato una delega apposita che ha il Vicesindaco Andrea Taccola. Proprio lui è stato presente all’ultima parte della giornata, la partita di calcio a 7, Futura contro Stradello, con il patrocinio del Circolo ARCI Lo Stradello di San Giovanni alla Vena.
“Ci teniamo molto -ha detto Loris Ademar Nelli, presidente dello Stradello- perché vogliamo dare il nostro contributo nella trasmissione di queste storie, esperienze e memorie. Come è stato detto sono la base del nostro stare insieme, della nostra comunità, ed è fondamentale che sempre più giovani si avvicinino all’associazione e divulghino queste preziose conoscenze.”