Denunciati 3 falsi “professionisti” per l’esercizio abusivo della professione: truffa e bancarotta fraudolenta.
All’esito di un’attività di polizia giudiziaria coordinata dalla locale Procura della Repubblica a contrasto dei reati contro il patrimonio, i finanzieri del Comando Provinciale di Pisa hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 3 soggetti di origini pisane – soci e amministratori di un centro elaborazione dati – per i reati di esercizio abusivo della professione, truffa e bancarotta fraudolenta.
L’indagine è scaturita a seguito della ricezione di alcune denunce sporte da imprenditori e commercianti della zona, che si erano visti recapitare, da parte dell’Agenzia delle Entrate, cartelle esattoriali per il mancato pagamento delle imposte, nonché comunicazioni di fermo amministrativo delle auto di proprietà. Inoltre, dopo aver eseguito l’accesso al cassetto fiscale, i malcapitati si erano accorti che qualcuno, per loro conto, aveva inoltrato all’amministrazione finanziaria false richieste di rateizzazione o rottamazione del debito tributario accumulato.
Attraverso gli accertamenti bancari e l’analisi dei dati contenuti negli applicativi informatici in uso al Corpo, i militari del Gruppo di Pisa, sentite altresì le numerose persone raggirate, hanno accertato che i tre soci, nello svolgere la professione di consulenti fiscali senza alcun titolo abilitativo o iscrizioni all’albo, avevano truffato circa una quarantina di clienti (tra lavoratori autonomi, imprenditori edili, commercianti, medici, gioiellieri) appropriandosi indebitamente del loro denaro – pari a circa 3 milioni di euro – incassato in contanti o tramite assegni bancari, per la cura e la gestione della contabilità, con incarico di provvedere al pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali dovuti in relazione all’attività commerciale svolta.
Dopo aver intascato l’ingente somma di denaro, utilizzata principalmente per le spese di natura personale, i falsi commercialisti, due uomini e una donna rispettivamente di 66, 75 e 77 anni – nel periodo dal 2017 al 2023 – hanno cagionato dolosamente il fallimento della loro società, un centro elaborazione dati situato a Pisa, distraendone il patrimonio aziendale e occultando i libri e le scritture contabili alla curatela.
Le indagini preliminari sono concluse e la responsabilità delle persone indagate sarà definitivamente accertata solo ove intervenga la sentenza irrevocabile di condanna. La descritta attività investigativa conferma ulteriormente il presidio garantito dalla Guardia di Finanza a contrasto degli illeciti di natura economico – finanziaria, a tutela dei cittadini e degli operatori economici onesti. Fonte: Guardia di Finanza di Pisa