Le parole di Fabio Antonelli e Mario Buselli, figure di spicco di Avis di Pisa e provincia, in merito all’evento che si è tenuto stamani a Volterra e agli obiettivi per incrementare la donazione di sangue.
Questa mattina, sabato 4 novembre, su iniziativa della Croce Rossa Italiana Sezione Volterra e Avis, si è tenuto un lodevole evento “Giornata della donazione Avis – Croce Rossa Volterra” al Centro Trasfusionale di Volterra, dove alcuni volontari del CRI si sono presentati per una donazione di sangue di gruppo. Un’iniziativa che potrebbe portare 4-5 soci della Croce Rossa a diventare donatori di sangue per Avis. Ne parliamo con Fabio Antonelli, vicepresidente vicario Avis di Volterra e Mario Buselli, presidente provinciale dell’Avis provincia di Pisa.
Vicepresidente vicario Antonelli, questa mattina c’è stata una bella iniziativa a Volterra tra Croce Rossa Italiana e Avis nel quale 4-5 nuovi donatori potrebbero unirsi a voi.
“Quest’incontro tra due associazioni Croce Rossa Italiana e Avis è un bell’esempio di collaborazione nel volontariato: gli iscritti e soci della CRI si sono iscritti alla nostra associazione come viceversa altre volte i nostri soci sono iscritti alla Croce Rossa. Questo è un ottimo stile di collaborazione soprattutto perché i donatori sono molto importanti in questo momento in cui la carenza di sangue è sempre evidente. Aggiungo che è importante soprattutto in un territorio come il nostro, dove la popolazione tende ad aumentare di età e quindi a diminuire per capacità di donazione. Avere nuovi donatori, soprattutto giovani perché nella Croce Rossa sono tutte persone giovani, è un’occasione importante per la loro associazione e soprattutto per la nostra”.
Sembra che l’Avis Cecina abbia un impatto importante: è iniziato un po’ da tempo questo percorso di sensibilizzazione
“Esatto! Ma è importante sottolineare che non c’è una frammentazione di gruppi di donatori perché l’unione fa la forza: più donatori siamo e più riusciamo a mantenere certe strutture. È chiaro che se un’associazione è piccola e ha pochi donatori ha poca influenza a livello regionale. Il fatto di avere tanti donatori ci permette di avere una forza a livello regionale per le iniziative ma anche per il mantenimento di certe attività nell’ambito ospedaliero”.
Il sangue viene raccolto a sufficienza? Potete ritenervi soddisfatti o è un periodo questo un po’ particolare?
“La soddisfazione non c’è mai perché la richiesta di sangue è sempre in aumento. Mentre prima il sangue era considerato un presidio terapeutico per le emergenze e le urgenze, oggi è una routine per tante terapie. Oramai le terapie oncologiche ma anche mediche hanno come supporto la trasfusione sia di sangue intero che di derivati – quindi plasma e piastrine – e purtroppo le patologie che richiedono questi trattamenti sono aumentate, quindi c’è sempre necessità. Noi ci siamo attrezzati, cerchiamo sempre collaborazioni tanto che in passato ci siamo appoggiati alle società sportive ottenendo buoni risultati con ragazzi giovani nuovi donatori. Chiaramente far entrare parte del nostro gruppo associazioni di volontariato come la Croce Rossa che hanno tanti soci ci permetterà sicuramente di mantenere un buon numero di donazioni”.
Raggiunto dai microfoni di VTrend, Mario Buselli, presidente provinciale dell’Avis della provincia di Pisa, ha parlato della situazione attuale della donazione di sangue, rivolgendo uno sguardo ai donatori del futuro e a come fare in modo che si crei una coscienza civica verso la donazione di sangue.
Presidente Buselli, quella di stamani è stata una bella iniziativa: un sodalizio richiesto dalla Croce Rossa che Avis ha sposato in pieno. Cosa possiamo aggiungere?
“Direi che è un sodalizio perfetto. Entrambe le nostre associazioni vengono dal campo della sanità ma non solo. Dobbiamo essere ben coscienti che per arrivare a essere cittadini attivi consapevoli bisogna seguire un percorso che crei la cosiddetta “cultura del dono” altrimenti ci troviamo a gestire un volontariato che è sempre abbastanza precario”.
Per arrivare concretamente alla produzione di sangue è opportuno comunque allacciarci anche il mondo giovanile. Cosa pensate di fare in merito?
“Il mondo giovanile nostro target. È un target che tra l’altro ha bisogno di poter conoscere il territorio in cui opera. Del volontariato c’è bisogno, c’è bisogno di una coscienza che sia rivolta agli altri perché altrimenti concetti come inclusione, solidarietà, accoglienza e quant’altro diventano vuote parole che non hanno riscontro in una realtà di fatto. Per questo noi abbiamo bisogno di creare una coscienza rivolgendosi soprattutto, ma non solo, ai giovani delle scuole superiori, ma partendo dalla base cioè dall’infanzia e facendo conoscere i nostri valori durante il percorso di crescita dei giovani, in modo da arrivare consapevoli alla maggiore età”.
di MF