Primo trattamento di fibrinolisi al pronto soccorso di Volterra su un uomo di 83 anni colpito da ictus ischemico. ““Una scommessa vinta – sottolinea l’Asl – soprattutto per la popolazione dell’Alta Val di Cecina che può così contare su un ospedale sempre più sicuro”.
VOLTERRA. Primo trattamento di fibrinolisi al pronto soccorso di Volterra su un uomo di 83 anni colpito da ictus ischemico. Un intervento salvavita reso possibile grazie all’azione tempestiva ed efficace dello “stroke team”, un gruppo multidisciplinare di professionisti coinvolti nel percorso ospedaliero del paziente con ictus, specificatamente formato per praticare la trombolisi endovenosa.
“Una scommessa vinta – sottolinea la direzione della ASL – soprattutto per la popolazione dell’Alta Val di Cecina che può così contare su un ospedale sempre più sicuro. Un grazie ai medici, infermieri e operatori socio sanitari che hanno creduto in questo progetto e che con professionalità hanno messo in atto tutte le manovre previste dalle linee guida internazionali”.
“Dopo il trattamento il paziente ha mostrato un buon recupero della circolazione sanguigna nell’arteria cerebrale – afferma Renato Galli, direttore dell’area cerebro cardiovascolare dell’ASL Toscana nord ovest – e una volta stabilizzato è stato trasferito all’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, anello importante dell’intero percorso che parte dal 118. Infatti, nel caso specifico, il medico e l’infermiere del 118 che si sono recati al domicilio del paziente hanno compreso immediatamente la gravità dell’evento ed hanno, quindi, allertato il pronto soccorso che a sua volta ha attivato lo “stroke team” (pronto soccorso, anestesia e rianimazione, radiologia, medicina interna). Il risultato degli esami eseguiti e il confronto con l’AOUP hanno confermato l’indicazione ad effettuare la terapia trombolitica endovenosa. Chiudo ringraziando tutti gli operatori coinvolti, Marco Carta e Sabina Ielapi (medico e infermiera del 118) Giuseppe Crocetti, Tiziana Dell’Omo e Sandra Benini (medico e infermiere del pronto soccorso) Valeria Tammi (anestesista), Giovanni Vegni e Simone Calloni (medico radiologo e tecnico di radiologia), Michele Milianti (medico di medicina interna) e Valerio Bagagli (operatore socio sanitario), un ringraziamento particolare ad Antonella Pasquinucci direttrice del pronto soccorso e responsabile clinico del percorso e a Sabina Sanguineti, referente organizzativa e responsabile dell’ospedale”.
Una nota sulla trombolisi. A partire dalla fine degli anni novanta l’avvento della trombolisi endovenosa ha permesso di modificare in modo sostanziale la storia naturale dell’ictus ischemico ed attualmente, in casi selezionati, è la terapia raccomandata purché venga somministrata entro quattro ore e mezzo dall’esordio dei sintomi e talora fino a nove ore, dopo ulteriore selezione con neuroimmagini avanzate. La sua efficacia è tempo-dipendente perché diminuisce progressivamente con il passare del tempo, per cui ridurre il più possibile il ritardo evitabile fra l’esordio dei sintomi e l’inizio della trombolisi rappresenta la principale sfida organizzativa. Non dimentichiamo che l’ictus cerebrale rappresenta la principale causa di disabilità permanente nell’adulto, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte nella popolazione, con conseguenti alti costi sanitari e sociali.