La donna è ritenuta responsabile della morte di Shpetim e Teuta Pasho. I coniugi vennero uccisi, fatti a pezzi e occultati in quattro trolley ritrovati nel 2020 in un campo vicino alla Fi-Pi-Li.
Trent’anni di reclusione: è la condanna che ha ricevuto Elona Kalesha dalla Corte di Assise di Firenze per duplice omicidio volontario, occultamento e vilipendio di cadaveri.
La 38enne è ritenuta responsabile, in concorso con persone al momento ignote, di aver ucciso Shpetim e Teuta Pasho, i genitori del suo ex fidanzato Taulant Pasho, scomparsi alla fine di ottobre del 2015 e i cui corpi, fatti a pezzi, vennero ritrovati nel dicembre del 2020 in quattro valigie abbandonate in un terreno tra la superstrada Firenze-Pisa-Livorno e il carcere fiorentino di Sollicciano.
LA RICOSTRUZION E IL MOVENTE. Per l’accusa, sulla base delle indagini svolte dai Carabinieri, il duplice omicidio probabilmente avvenne la sera prima che Taulant uscisse di prigione, nell’appartamento a Firenze, in via Fontana, che Elona aveva affittato proprio per i genitori del fidanzato. Secondo l’accusa, Kalesha avrebbe ucciso i due coniugi per evitare che rivelassero che lei aveva abortito un figlio concepito quando il fidanzato era già detenuto.