Decisione dell’IIS Galilei Pacinotti: sospese tutte le gite dopo l’occupazione. I Giovani Democratici criticano la misura, definendola ingiusta e punitiva verso gli studenti.
Il collegio docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Galilei-Pacinotti di Pisa ha deciso di sospendere tutte le gite scolastiche per l’anno in corso, in seguito ai danni registrati durante l’occupazione dell’edificio da parte degli studenti. Una misura che, nelle intenzioni dei docenti, mira a “responsabilizzare” la comunità scolastica, ma che ha suscitato accese reazioni tra studenti e organizzazioni giovanili.
Il collettivo studentesco ha definito la sospensione una “punizione collettiva” ingiusta. A intervenire sulla vicenda sono anche i Giovani Democratici di Pisa, che esprimono solidarietà agli studenti del liceo e condannano la scelta dei docenti.
«Esprimiamo la nostra solidarietà alle studentesse e agli studenti dell’Istituto Galilei-Pacinotti, che a seguito di una decisione adottata a maggioranza dal Collegio docenti si vedranno negata, per l’intero anno, la possibilità di svolgere viaggi di istruzione. Una scelta del genere, assunta in risposta alle recenti mobilitazioni studentesche, appare profondamente ingiusta e sproporzionata.»
Secondo i Giovani Democratici, la decisione del collegio riflette una volontà di criminalizzare le forme di partecipazione giovanile, senza distinguere tra chi ha manifestato pacificamente e chi ha causato danni.
«È evidente, infatti, la volontà di alcuni di criminalizzare in modo preconcetto le occupazioni, assimilando a episodi isolati di vandalismo ed esterni al movimento esperienze che invece erano state condotte con serietà, responsabilità e maturità politica.
Le occupazioni del Galilei e del Pacinotti sono state momenti di partecipazione consapevole, gestite con attenzione e rispetto per la scuola, e hanno rappresentato un percorso di crescita e di elaborazione collettiva di idee, valori e visioni.»
Nel loro comunicato, i Giovani Democratici sottolineano la differenza tra le proteste studentesche e gli episodi di vandalismo avvenuti in altre scuole.
«È inaccettabile che tali esperienze vengano oggi strumentalmente accostate agli episodi di devastazione e alle scritte vergognose rinvenute in alcune scuole. Quei fatti — gravi e da condannare senza esitazione — non sono stati compiuti dagli studenti che avevano occupato, né dal movimento per la Palestina, ma da soggetti esterni al movimento stesso.
Anzi, come testimoniano le studentesse e gli studenti del Galilei e del Pacinotti, alcuni di questi gruppi hanno persino aggredito fisicamente gli occupanti, lasciando segni evidenti di percosse e violenze. È paradossale che chi è stato vittima di aggressioni venga oggi trattato come responsabile di quei danni.»
La nota prosegue con un richiamo al valore politico e democratico delle mobilitazioni studentesche.
«Etichettare come “vandali” gli studenti e le studentesse che hanno scelto l’occupazione come strumento di espressione democratica e di impegno significa colpire il cuore stesso della partecipazione giovanile.
Per questo stigmatizziamo con forza la decisione del Collegio docenti del Galilei-Pacinotti e chiediamo un passo indietro. Le scuole devono essere luoghi di crescita, confronto e libertà, non spazi in cui si punisce collettivamente una comunità studentesca per i danni compiuti da altri.»






