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Emergenza coronavirus, ritardo sui pagamenti: infermieri in rivolta

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PISA. Continuano le polemiche per i mancati pagamenti da parte dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest verso tutti quegli infermieri che hanno operato dal mese di marzo a quello di giugno. 

Un super lavoro che ha coinvolto il personale infermieristico durante la fase di emergenza e per il quale molti hanno sacrificato il proprio tempo libero.

In data 7 luglio 2020, a seguito dello stato di Agitazione Proclamato da NurSind, presso la Prefettura di Pisa, al tavolo di raffreddamento il direttore del Dipartimento Infermieristico, Mirco Gregorini, si era impegnato formalmente a garantire al personale infermieristico precisione nei pagamenti dell’orario aggiuntivo così come previsto negli accordi sindacali; il riconoscimento dell’indennità di malattie infettive per il personale operante nei reparti e servizi Covid; il riconoscimento adeguato al tempo di vestizione/svestizione per il personale in servizio nei reparti e nei servizi Covid.

Ad oggi questi impegni formali restano però solo sulla carta e gli infermieri sono ormai stanchi di aspettare. 

Nonostante gli uffici preposti abbiano ricevuto tutta la documentazione necessaria per effettuare i pagamenti, gli infermieri e gli OSS non hanno visto in busta i compensi dovuti per i mesi in questione ed i Conguagli del Bonus Covid Regionale. Voci aziendali dicono che il tutto slitterà a settembre per motivi legati alla disorganizzazione delle strutture amministrative. 

 

“Siamo stanchi delle promesse di procedere al pagamento” – tuona il personale infermieristico, anche per voce della dott.ssa Mignoni dell’ufficio politiche del personale. 

Infermieri, che hanno dovuto riorganizzare la propria vita personale, familiare e professionale per il bene della salute pubblica, si sono così ritrovati di fronte ad un’azienda incapace di dare loro il dovuto di 4 mesi di attività. 

È per questo che Nursind ha dato mandato al proprio studio legale di fare una serie di decreti ingiuntivi per pretendere in brevissimo tempo il pagamento delle spettanze dovute e non retribuite. 

“Se necessario è già pronto l’avvio di un percorso giudiziario anche per il riconoscimento del tempo di svestizione/vestizione, come già è stato fatto negli anni scorsi con le cause vinte e i risarcimenti di migliaia di euro ad oltre 300 infermieri della ex Usl 5” – conclude il Segretario Territoriale Nursind, Daniele Carbocci. 

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