La disgrazia ha colpito l’intera comunità di Pomarance: il ricordo dell’ex sindaco Graziano Pacini.
Angiolino Rossi, detto Scalabrino, 91 anni, residente a Pomarance, è stato investito stamattina da un furgone (pare che il camion fosse impegnato nella raccolta dei rifiuti) che stava effettuando una retromarcia, non lontano dalla sua abitazione (CLICCA QUI).
Dopo l’incidente sono arrivati sul posto l’ambulanza ordinaria della Misericordia di Pomarance, la medicalizzata di Castelnuovo Val di Cecina e l’elisoccorso regionale Pegaso, ma i sanitari arrivati sul posto non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’anziano.
Lascia la moglie e due figli.
Tanti messaggi di cordoglio arrivano sul gruppo Facebook sei di pomarance se… di minuto in minuto per ricordare l’uomo, conosciuto nel comune con il soprannome “Scalabrino“:
“Purtroppo la vita ci riserva anche queste brutte cose. Abbiamo perso un personaggio unico“, “Era davvero una bellissima persona, sempre sorridente e pronto allo scherzo“.
Il ricordo di Graziano Pacini, sindaco di Pomarance dal 1995 al 2004 e presidente della banda:
“CIAO SCALABRINO, 91enne RAGAZZINO!!! CI HAI VOLUTO STUPIRE, TE, PIÙ UNICO DI TUTTI, PRINCIPE DEGLI UNICI, FINO ALL’ULTIMO RESPIRO!
Hai goduto la tua Banda, con noi che abbiamo goduto della tua compagnia e del tuo simpatico ‘maledetto incontenibile estro’, fino da ultimo! Imprevedibile perfino a te stesso, come noi sempre curioso, anche te, di vedere cosa combinavi, chi avresti mandato affanculo di lì a poco; a me mi (lo so che non si dice in italiano, ma con te tutto è ammesso), a me mi, dicevo, mi c’hai mandato tante volte, specie quando ti dicevo che c’avevi da venì a sonà (come domenica scorsa a Monteceboli ai ‘Quadri viventi’), fingendo invano di fà ‘l sacrificato ma si capiva lontano un miglio che un ti pareva vero! Ora aspettavi il Palio, che ti toccava!
Scalabrino, nomignolo affibbiato da piccino, già discolo e mariuolo come poi ti sei mantenuto, intatto e originale… Anche domenica, a quella signora che restò impassibile alle tue battute sopra le righe, dicesti ‘Signora, perché non ride?’, si perché te volevi portare allegria, canzonare la vita, reagire alla tristezza con sregolata e imprevedibile ilarità! E non sopportavi, giustamente, i ‘musi lunghi’ e i ‘tristi di viso’…
Quando passa Scalabrino, dove passa passa, qualcuno si becca qualcosa, di solito molto azzeccato, o davanti al comune, o per la strada, o ai ragazzi delle medie affacciati alla finestra con la maestra (ma questo non si può ripetere, chi lo sa capisce…), o quando passa suonando i piatti sul muso a qualche schizzinoso, a qualche bimbetto in culla per fargli conoscere i piatti in anticipo (prima lezione di musica, sonoramente assestata), sempre con brio ed entusiasmo da ragazzino, non a caso la sua brillante compagnia è particolarmente gradita ai giovanissimi!
Immancabili i suoi canti improvvisati, con stornelli e gorgheggi ben intonati, ovunque si trovi, ma se si parla di lavoro, di Enel e geotermia, delle sonde, e anche di politica riesce a farsi serio, medita pensoso, si vedeva che un po’ soffriva per certe degenerazioni di valori avvenute negli ultimi decenni, gli usciva il ‘saggio’ dal cuore e si condivideva un po’ di sconforto, subito rimosso però con un ‘se lo vadano a piglià nerculo tutti quanti sono!’.
Scalabrino, simpatico appellativo già ereditato da figlio e nipote, è tutt’altro che un vezzeggiativo, infatti pare che sia derivato da personaggi di alta cultura e letteratura, di cui si cibavano anche i nostri antenati, che credete!, anche nel ’31 (anno di nascita del nostro): per qualcuno sarebbe un personaggio di Giovanni Verga, di sicuro lo ritroviamo nel libro “Il ponte dei sospiri” (così chiamato da Lord Byron per descrivere il carcere dove venivano rinchiusi i condannati a morte a Venezia), da cui un bellissimo film del 1921 dove il personaggio Scalabrino, bandito pentito carcerato con il figlio del Doge colpito da congiura contro il padre, gli salva la vita e lo aiuta a fuggire dal carcere ‘I piombi’, attraverso appunto il ponte dei sospiri dove oggi per portafortuna si baciano gli innamorati (facile indovinare cosa gli direbbe il nostro eroe se passasse di lì in quei momenti…).
Ciao CARISSIMO ANGIOLINO ROSSI SCALABRINO, facciamo un ultimo patto!
Noi, con la Banda, ti si accompagna con musiche allegre nelle verdi praterie di Manitou, te, poi, ci accompagni per sempre col ricordo indelebile della tua simpatia e l’incontenibile entusiasmo di vivere che ci lasci come insegnamento? Affare fatto!
(Mi sono accorto che ho scritto un po’ al passato e un po’ al presente; sarebbe da matita blu ma non mi importa, lo lascio così perché risponde meglio al sentimento che provo, cioè non c’è più ma c’è e ci sarà sempre, quindi presente, con l’affetto e il rispetto che merita!)“.
Fonte: Graziano Pacini